DI
J. C. L. SIMONDO SISMONDI
delle Accademie italiana, di Wilna, di Cagliari,
dei Georgofili, di Ginevra ec.
Traduzione dal francese.
TOMO X.
ITALIA
1818.
STORIA
DELLE
REPUBBLICHE ITALIANE
Pontificato di Niccolò V; congiura diStefano Porcari. — Campagna di GiacomoPiccinino nello stato di Siena. — Disgraziee deposizione di FrancescoFoscari a Venezia.
1447 = 1457.
Nel 15.º secolo la storia politica dell'Italiapresenta un maraviglloso contrappostocolla sua storia letteraria; imperciocchè,mentre ogni giorno s'andava semprepiù accostando colla ruina della libertà,quella pure de' costumi, dell'energia, e diogni virtù pubblica e privata, vedevasi perlo contrario nascere ed aggrandirsi la passioneper la poesia, l'ammirazione perl'eloquenza, ed in particolare per l'erudizione,che sembravano indicare qualche[4]cosa di più nobile e di più elevato nelcarattere del secolo. Ad ogni modo quandosi fissano più a lungo gli sguardi soprai celebri letterati che fiorirono in quest'epoca,per quanto ci sorprenda la lorolaboriosa attività, per quanta riconoscenzac'inspirino i capi d'opera dell'antichitàch'essi ci conservarono, ed i capi d'operade' moderni tempi ch'essi ci apparecchiarono,si scorgono però nel loro caratteree nel loro spirito gli effetti del disordinesociale, e scorgesi la ragione per cui nonpotevasi niente sperare dal loro lavoroche fosse degno di que' tempi che eranooggetto della loro ammirazione. In fattii progressi dei lumi nel quindicesimo secolonon erano uno sviluppamento nazionale;non erano la riflessione, la meditazione,l'immaginazione italiana, cheavevano fatti nascere i Guarini, i Valla,i Filelfo, i Poggio, ed i Ficino, ma l'ostinatostudio di un'antichità che nonaveva relazione col tempo presente, mal'adozione dei pensieri, delle formole diragionamento, d'immagini e di leggipoetiche, ch'erano state fatte per altrenazioni, per altre lingue, per altri costumi,ed un'assoluta preferenza accordataalla memoria in pregiudizio di tuttele altre facoltà, una servile sommissione[5]del gusto individuale ai modelli ed all'autoritàletteraria. Forse quest'assolutoabbandono delle naturali e vere impressioni,del pensiero originale, del gustoparticolare d'ogni individuo in una nuovanazione, fu di maggior danno alle letterein Italia ed in tutta l'Europa, che nonfurono loro di vantaggio i modelli, grecie romani, malgrado la loro sublimebellezza. Ma soprattutto nella politica delsecolo presentemente vedremo come siastato servile il carattere dato dall'erudizioneal pensiero. La storia ci conducea cercare le pubbliche virtù negli scrittoridel quindicesimo secolo, e li troviamomancanti di elevazione, di nobiltà,di amore di patria, di sentimenti politici.
Le repubbliche ed i piccioli principatiprodussero dei filolo