LUIGI BARZINI
MILANO
Tipografia del CORRIERE DELLA SERA
1902
PROPRIETÀ LETTERARIA.
Dall’Italia emigrarono nello scorso anno mezzomilione di abitanti. L’emigrazione nostra, sorta,continuata e aumentata fino a queste spaventoseproporzioni in mezzo a troppa indifferenza, è venutaad un tratto ad imporsi alla nostra preoccupazionecome uno dei problemi più gravi, piùcomplessi e più urgenti.
È questa emigrazione un indice della nostraforza, del bisogno d’espansione nostro, o dellanostra miseria, o della nostra ignoranza, o ditutto un po’? Ubbidisce essa a leggi naturali eineluttabili, o è—in parte almeno—provocataartificialmente—profittando della credulità, delladuttilità e della ignoranza delle masse infime dellanostra popolazione—a scopo di lucro da partedi agenti d’emigrazione o a scopo di rinsanguaree rinforzare della nostra forza e del nostro sanguelontane nuove regioni? Nell’emigrazione non visarebbe forse un po’ della « tratta »? Le nuove condizioninelle quali viene a trovarsi l’emigrante italianosono migliori o peggiori di quelle che lascia?Quali sono i vantaggi o gli svantaggi diretti eindiretti che da tale emigrazione vengono allaMadre Patria? Quali i rimedî possibili ai mali?Ecco i quesiti la cui soluzione s’è imposta.
Il Governo ha creato nuove leggi sulla emigrazione,e il Commissariato di recente istituzione,presieduto e amministrato con zelo e amore, cominciaa portare i suoi frutti. Ma indipendentementeda ciò l’opinione pubblica, dalla quale tuttoemana, non è restata più a lungo indifferente. Imali sono giunti a tal punto che le lontane miseriedi tanti, di troppi nostri emigranti, hannoavuto un grido che è risuonato fino qui, ed hafermato imperiosamente il nostro pensiero suquelle miserie, vecchie miserie e che ci sembranonuove.
Il Corriere della Sera colse l’occasione dellaemigrazione italiana al Canadà avvenuta l’annopassato, nella fine di marzo, per seguire passopasso l’odissea dolorosa di quegl’infelici strappatialle loro case dalle bugiarde lusinghe d’unaspeculazione infame, e abbandonati alla miseriae agli stenti. Il nostro Eugenio F. Balzan,il quale unito a quegli emigranti compì conloro il viaggio dall’Italia al Canadà, ossiadall’illusione alla verità, rivelò gl’inganni, glisfruttamenti, gli abusi, i soprusi e le ingiustiziedelle quali migliaia di nostri concittadini sonostate le vittime; e le sue relazioni ebbero unaprofonda eco.
Questo nostro interessamento ci procurò l’onored’una lettera del senatore Pasquale Villari, con laquale l’illustre Presidente della Dante Alighieri incoraggiavaun più vasto studio del fenomeno emigratorio,e risolvemmo di affrettare l’esecuzioned’un antico nostro progetto: esaminare da pressola vita dei nostri emigranti nel loro nuovo ambiente,vedere la loro nuova situazione morale emateriale. E cominciammo dall’Argentina, che èil paese dove vive il maggior numero d’italiani,e dove per cinq