STORIA
DELLA DECADENZA E ROVINA
DELL'IMPERO ROMANO

DI

EDOARDO GIBBON

TRADUZIONE DALL'INGLESE


VOLUME NONO


MILANO
PER NICOLÒ BETTONI
M.DCCC.XXIII

[5]

STORIA

DELLA DECADENZA E ROVINA

DELL'IMPERO ROMANO


CAPITOLO XLVII.

Storia Teologica della dottrina dell'Incarnazione.Natura umana e divina di Gesù Cristo. Inimiciziatra i Patriarchi d'Alessandria e di Costantinopoli,S. Cirillo e Nestorio. Terzo Concilio generale tenutoin Efeso. Eresia d'Eutiche. Quarto Conciliogenerale tenuto in Calcedonia. Discordia civile edecclesiastica. Intolleranza di Giustiniano. I tre Capitoli.Controversia dei Monoteliti. Sette dell'Oriente:prima i Nestoriani, seconda i Giacobiti, terzai Maroniti, quarta gli Arminiani, quinta i Coftie gli Abissini.

Dopo avere i Cristiani distrutto il Paganesimo benpoteano godersi in santa pace un trionfo che liberatili avea da tutti gli avversari; ma un seme didiscordia germogliava nel loro seno[1]; quindi furono[6]più ardenti a cercar la natura del Fondator della Religione,che a porne in pratica le leggi[2]. Ho digià osservato che alle dispute sulla Trinità tennerodietro quelle dell'Incarnazione, scandalose del pariper la Chiesa; del pari funeste allo Stato, ma piùminuziose ancora in origine e più durevoli neglieffetti. Questo capitolo narrerà una guerra religiosadi dugento cinquant'anni, ed ho intenzione di esporrequal fu lo scisma ecclesiastico e politico delle Sette[7]d'Oriente, e di preparare la storia delle contese lorotanto romorose e sanguinarie, premettendo breviricerche sulla dottrina della Chiesa primitiva[3].

[8]I. Zelanti, com'era ben giusto, dell'onore deiprimi proseliti della lor religione, furono i Cristiani[4]inclinati a credere a seconda del desiderio e[9]della speranza loro, che gli Ebioniti, o per lo menoi Nazarei non si fossero segnalati in altro che nellaostinata lor perseveranza a praticare il culto di Mosè.Disparvero le loro Chiese; non son più ricordati iloro libri; la loro oscura libertà ha lasciato apertoun vasto campo alle opinioni in questo proposito,e somministrato allo zelo e alla prudenza del terzosecolo il modo d'esporre diversamente il loro Simboloflessibile e mal certo; ma la critica più caritatevoledee negare in questi Settari ogni nozione della[10]pura e vera Divinità di Cristo. Ammaestrati alla scuolade' Giudei, imbevuti delle profezie, e dei pregiudiziloro, non avevano appreso giammai a sollevare le speranzepiù alto che ad un Messia umano e temporale[5].Se osavano salutare il lor Re quando comparivain abito plebeo non potevano da grossolani,siccome essi erano, discernere il loro Dio, che nascondeala celeste natu

...

BU KİTABI OKUMAK İÇİN ÜYE OLUN VEYA GİRİŞ YAPIN!


Sitemize Üyelik ÜCRETSİZDİR!