DI
F. D. GUERRAZZI.
VOLUME SECONDO.
MILANO.
CASA EDITRICE ITALIANA DI M. GUIGONI.
1864.
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M. Guigoni
Tip. Guigoni.
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Prima di voltargli le spalle, la fortuna quimandava a Carlo la suprema blandizie, facendogliincontrare da un lato due galeotte turchesche,di cui la prima il capitano Cigala genovesemandò a fondo con le artiglierie, laseconda scampò per miracolo, e dall'altro glicomparve davanti, che giusto in quel puntosbucava fuori del promontorio di Capocassino,l'armata delle galee del Mendozza, con la qualeandavano di conserva cento navi, e quasi altrettantilegni minori dagli Spagnuoli chiamatiscarzapini; per l'allegrezza grande che sentironodi qua e di là salutaronsi con tante cannonate,che parve un subbisso. Su queste navi, con istupendicavalli, veniva il fiore della cavalleria spagnuola,nella quale splendeva principalissimoFerdinando Cortez conquistatore del Messico,[6]e Francesco Ulloa, padre di Alfonso lo storico,in compagnia di parecchi del parentado e figliuoli;capitanava la eletta schiera FerdinandoAlvarez duca di Alba, ed era venuta a propriespese, reputando mercede bastevole dei periglil'acquisto delle indulgenze largite dal sommoPontefice.
Ottimo consiglio sarebbe stato quello di metteresubito mano allo sbarco; ma come i marosirompevano grossi contro la spiaggia, Carlotemendo ne accadesse sconcio alle navi, e troppone avessero a soffrire travaglio i soldati, parendoglieziandio spediente attendere l'armata delMendozza prima di operare lo sbarco, ordinòad un tratto, che questo si differisse. Intanto,compiacendo all'uso, mandava un suo trombettoad Assan agà governatore di Algeri con le soliteprofferte, e le solite minacce, le quali icodardi non aspettano mai, e i forti respingonosempre. Narrasi che a confermare la costanzadell'Assan agà, il quale fu eunuco e cristianorinnegato della isola di Sardegna, giovassero ivaticinii di certa vecchia mora, che nei tempiscorsi aveva presagito il naufragio di Diego diVera, e la rotta di Ugo di Moncada, avveratisientrambi; se non che poi avendo prognosticatola ruina delle armi imperiali per coteste parti,con esito tanto diverso atteso la espugnazione[7]di Tunisi, si era scaduta di credito; ma costeistrillava affermando non avere voluto dire diTunisi, bensì di Algeri, e lo vedrebbero. L'Assan,ossia che nei vaticinii ponesse fede, o comecredo piuttosto simulasse per incorare la gente,fatto sta, che respinse il messaggio con male parole,e subito dopo tratti fuora ottocento Turchi,la più parte giannizzeri, fiore di gente, e moltiArabi, aspettando da un punto all'altro di vederecomparire i terrazzani, e quanti pigliavanosoldo dal Barbarossa, a cui aveva spedito celerissimimessi, si dispose non pure a resistere,ma farsi animosamente contro lo Imperatore,