GEROLAMO ROVETTA
La moglie
di
Sua Eccellenza
ROMANZO
Edizione XIII.
MILANO
Casa Editrice BALDINI, CASTOLDI & C.
Galleria Vittorio Emanuele, 17 e 80
1910
PROPRIETÀ LETTERARIA
Tutti i diritti di traduzione e di riproduzione riservati all'autore
Poligrafia Italiana (Soc. An.), Milano, Via Stella, 9.
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Piove. Il biondo e rubicondo signor Trüb, seniore,il socio gerente della Tête-pointue a Villars-Ollon,attraversa frettoloso, con i soliti inchini, sgambettie saltetti, l'atrio oscuro e basso dell'albergo, in quell'oramattutina già brulicante di forestieri; si fermasul portone, alza gli occhi verso il cielo bigio... poisi avanza fin a mezzo all'alta terrazza, stendendo lemani aperte: piove.
— Tempo ladro!
Il signor Trüb si tira giù con due dita e si fermasul naso gli occhiali d'oro, che porta in mezzoalla fronte, e continua, borbottando, le osservazionimeteorologiche.
— Acqua!... Presto!... A catinelle!
Infatti le tre punte della Dent du Midi sono coperteda un'enorme cappa di piombo e il dorso dellagrande montagna nera e rocciosa è sparso, qua elà, di bianchi nuvoloni che si rincorrono spinti dal[4]vento, si allungano, si assottigliano, sembrano quasidileguarsi; ma poi ritornano e si riallaccianoaccavallandosi, più densi e più gonfi.
— Tempo ladro! Ti domandavo un po' di sole,soltanto per oggi e per domani!
Il largo piano della valle sottostante, attraversatodalla striscia torbida del Rodano, i bianchi villaggidelle due rive, i Châlets disseminati sul pendio deimonti raggruppati lungo la curva delle colline,tutto, insomma, il vasto paesaggio così verde, cosìvario e così colorito, sparisce a mano a mano sottola nebbia fumicosa che si avanza e si diffonde, mentrele prime gocce cominciano a crepitare qua e làsulla terrazza.
— Non ti domando, Giove cane, altro che un po'di sole oggi e domani! Per rimpolpettarmi le ossa!Una grande famiglia di prim'ordine! Otto signori edieci persone di servizio!
L'albergatore volge gli occhi dalla parte di Ginevra:buio; ancora più buio!
— Ahi! Ahi!... Quando la burrasca viene dal lago,ce n'è per una settimana!
Ad un tratto, per quanto il cielo continui a rabbuiarsi,la faccia del signor Trüb si rischiara.
È uscito sulla terrazza un cliente del primo piano, — camerad'angolo con salotto; — il barone MarcoDanova.
— Signor barone, buon giorno! I miei rispetti, signorbarone!
Ma il signor barone, un ex veneziano che in Alessandriad'Egitto a furia di rubare milioni ha perdutopersino la pronunzia, non risponde ai profondi salamelecchi.È furente: il naso adunco sembra un becco[5]minaccioso; il viso tondo, circondato dalla cortabarbetta nera — troppo nera! — non è più giallo,ma verde.
— Al diavolo voi, e i vostri prognostici! Piove!...Non vedete? Piove! — Il terribile barone aggrottale ciglia fissando il povero albergatore e incrocia lebraccia sul petto. Rispondete, uomo barometro. Piove,sì o no?
— Quattro goccet...tine! — Il signor Trüb sorrideamabile e ri