BIBLIOTECA UNIVERSALE
NOVELLE BRIANZUOLE
DI
CESARE CANTÙ
LA MADONNA D'IMBEVERA — LA BATTAGLIA DI VERDERIO
IL CASTELLO DI BRIVIO
LA SETAJUOLA — AGNESE, O LA VEGLIA DI STALLA
MILANO
EDOARDO SONZOGNO, EDITORE
14. — Via Pasquirolo, — 14.
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1883.
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— È un lavoro nè lieve, nè facile, rifare la mia Storiauniversale; ma tant'è; sono contento di essermiviaccinto: mi spiaceva di lasciare al mondo un libro mio,che fosse rimasto indietro del tempo.
Queste oneste parole ci rivolgeva Cesare Cantù pochigiorni sono. E davanti a quel vecchio di 76 anni, nelquale non sai se sia più robusta la fede o la tempra,si provava un sentimento di ammirazione per lui, e divergogna per noi, di tanto più giovani, e che ci abbandoniamosovente alla stanchezza e allo sconforto. Eppurequanti ostacoli non pose mai la calunnia sulla sua via!Ma egli ormai non si cura più della malignità invidiosa:«I miei nemici, dice, avrebbero voluto che mi fossioccupato di loro, ed avessi consumato il mio temponella sterile polemica; io invece lavoro.» E fu il lavorola sua vendetta: vendetta generosa e feconda,perchè arricchì le lettere italiane di romanzi, di poesie,di storie, di opere educative che gli stranieri c'invidianoe traducono in lor lingua.
In una modesta casetta poco discosta dall'Adda rapidaed azzurra che si allarga in lago davanti a Brivio,prosperosa borgata sorrisa dal verde dei montie dal vivo aere brianzuolo, nacque Cesare Cantù nell'8dicembre 1807. Sulla casetta oggi si vede un medaglionedi marmo col suo ritratto e l'iscrizione: «L'effigiedi Cesare Cantù — sulla casa dove nacque — icompatrioti posero lui vivo — il 16 settembre 1883.»
Umile era la condizione della famiglia: la sventuraaggravò quell'umiltà. Morì il padre, Celso Cantù, lasciandola vedova e dieci figliuoli; il maggiore di tuttiera Cesare che aveva ventidue anni. Il giovane animososentì il grave còmpito, e lo adempì con coscienza:[4]egli provvedeva a tutti, essendo professore prima aSondrio, poi a Como, indi a Milano nel ginnasio diSant'Alessandro. Aveva già pubblicato il poema Algisoo La lega lombarda, dedicato «alla lombarda gioventùcui stringe l'amore del loco natìo,» ristampatonel 1876 quando si festeggiò il VII centenario di Legnano.A quel libro tenne dietro la Storia di Como:e nello stesso tempo in un sermone poetico flagellavai cittadini comensi, che decretavano una lapide allaPasta cantatrice, mentre lasciavano senza l'onore diun ricordo il Volta, scopritore della pila. Ma maggiorfama gli venne dallo splendido commento ai PromessiSposi, intitolato La Lombardia nel secolo XVII, dedicato«a voi giovani lombardi che, pieni di speranza, voistessi le speranze alimentate della patria.» ParideZajotti, arnese tristissimo di politiche inquisizioni,esclamò nel leggerlo: «Il Cantù fa due passi verso lagloria e tre verso la galera.»
Cantù appartenne a quella corona di giovani eletti,come Cattaneo e Giuseppe Ferrari, che stavano intornoal venerando Gian Domenico Romagnosi, a cuil'Austria aveva persino negato il permesso d'insegnarelegge privatamente. Il maestro aveva sceltoCantù c