STORIAD'ITALIA
DAL 1789 AL 1814

SCRITTA

DA CARLO BOTTA


Tomo III


CAPOLAGO
presso Mendrisio
Tipografia Elvetica

MDCCCXXXIII

[5]

STORIA

D'ITALIA


LIBRO DECIMO

SOMMARIO

Pensieri di Buonaparte dopo le sue vittorie contro Alvinzi.L'Austria manda nuove genti in Italia sotto lacondotta dell'arciduca Carlo. Qualità comparative diBuonaparte e dell'arciduca, e lor modo di guerreggiare.S'incomincia una nuova guerra. Contrasto dei due generaliemoli al Tagliamento, e passo di questo fiumeeseguito dai repubblicani. L'arciduca si ritira cauto erannodato. Sollevazioni dei popoli del Tirolo a favoredell'Austria: Joubert in pericolo; si ritira, secondo gliordini di Buonaparte, per la valle della Drava, versoVillaco. Passi della Ponteba, e di Tarvisio. Speranzedell'arciduca di vincere a Tarvisio: gli vengono rottedall'insufficiente difesa fattavi da un suo generale. IFrancesi entrano vittoriosi in Villaco, Lubiana, e Clagenfurt.L'arciduca si ritira ai passi più montuosi a difesadella metropoli dell'Austria. Modo diverso di guerreggiaredei Francesi e degli Austriaci; e perchè i primiavessero il vantaggio. Buonaparte in qualche pericolo:pure a Vienna prevale la parte della pace; arrivano[6]plenipotenziari al campo Francese; tregua, e preliminaridi Leoben. Buonaparte fatto sicuro dell'Austria sivolta contro la repubblica di Venezia; opera rivoluzioninella terraferma Veneta per aver occasione di darla all'Austria.Rivoluzioni di Bergamo, Brescia, e Crema. Insidiecontro Verona. Manifesto supposto del provveditorBattaglia. Minacce rabbiose di Buonaparte controVenezia: pacata, e grave risposta del doge. Terribilesollevazione di Verona, chiamata le Pasque Veronesi,sue cagioni, ed effetti. Predicazioni singolari di un fratecappuccino. Verona soggiogata, e come trattata. Buonapartedichiara formalmente la guerra a Venezia. Insidietese per fare, che il maggior consiglio riformi l'anticaconstituzione. Il senato non è propenso a questainnovazione. Consulta particolare, ed insolita in casadel doge. Il maggior consiglio autorizza i tre legati dellarepubblica mandati a Buonaparte a consentire la riformadegli ordini antichi con introduzione di qualche formademocratica. Minacce di Buonaparte al patrizio Giustiniani,e generose risposte di questo. Macchinazioniin Venezia; nuove insidie contro di lei. I patrizi spaventati,e adunati in maggior consiglio rinunziano allasovranità, e consentono al governo democratico; il chefu in quel punto la ruina dell'antichissima repubblica.Trattato sottoscritto in Milano il dì sedici maggio traBuonaparte, ed i legati Veneziani. Rivoluzione totale inVenezia, e nella terraferma.

Due pensieri operavano massimamente a questotempo nella mente di Buonaparte, securo omaidi poter fare, o buon grado o mal grado delsuo governo, ciò che più volesse. Siccome la fortunatanto se gli era dimostrata prospera, cosìintendimento suo era, posti in non cale i pensieri[7]del re di Sardegna, di creare un nuovo statoin Lombardia, acciocchè egli fosse della sua potenza,e del su

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