LA LEDA SENZA CIGNO.



LA LEDA SENZA CIGNO
❧ ❧ RACCONTO DI
GABRIELE D'ANNUNZIO
❧ ❧ ❧ SEGUITO DA UNA

LICENZA ❧ TOMO PRIMO

FRATELLI TREVES EDITORI
• MILANO • MCMXVI


Proprietà letteraria.
Riservati tutti i diritti.

Copyright by Fratelli Treves, 1916.

Si riterrà contraffatto qualunque esemplare di questaOpera che non porti il timbro a secco dell'Autore.

Tip. Treves.


ASPETTI DELL'IGNOTO.LA LEDA SENZA CIGNO.

[1]

Questo mi fu raccontato ieri,prima di sera, sul pontone piattoche la bassa marea lasciava in seccoa poco a poco, mentre udivamo intornobruire la vita nascosta dellesabbie e a quando a quando il chiùrammaricarsi nelle macchie litoralifiorite di ginestrelle e di giunchimarini, mi fu raccontato da DesiderioMoriar, squisitissimo artistaignudo di opere e di fama; il qualecon me sa come nel vivere, ancor[2]più che nel leggere, nulla valgaquanto l'abito dell'attenzione.

Ma egli ha una voce che somigliaa una di quelle giornate torbidedi marzo, tutte sprazzi argentini,ventate subitanee, rovesci d'acquae di gragnuola, pause piene di melodia,dove le cose non nate sembranoaver più potenza che le cosegià venute in luce. E questa suavoce passa per una bocca avida escontenta come d'un bimbo ghiottoche con un soldo falso e gobbos'indugi davanti alla vetrina delpasticciere. E su certe parole i suoiocchi bruni si muovono tra il battitodei cigli con una inquietudineche sembra accendere una stilla disangue nell'angolo delle palpebreverso il naso, come quel tòcco vivodi cinabro che si vede in certi ritrattimanierati; oppure talvolta[3]pare che ritraggano a sé lo sguardoe galleggino su non so che acquadi sogno come due gusci lisci dinocciuola.

Né, veduto di fronte, egli è lostesso uomo che si mostra di profilo:a una sensualità avventurosa,insofferente di costrizione ma intesaa scegliere pur nella sua subitezza,egli sembra volgendosi opporrel'abnegata volontà di chisenza fallo scopre il medesimo orrorevuoto sotto i più facili e i piùdifficili capricci della vita. Le suebelle mani, a volta a volta nervosecome quelle del grande violinistatra archetto e tastatura odisossate e morbide come quelledel famoso sarto in punto di provareil vestito alla dama, con ungesto brusco fanno di tratto intratto scrocchiare le dita parendo[4]saggiare il tono dello scheletro celato.Allora certe rapide onde sensitive,palesandoglisi al pomellodella gota, alla tempia, al mento,mi ricordano la pelle troppo finadei cavalli di sangue e qualchevolta anche il muso comico deiconigli.

Or che mirabile strumento animatoper rilevar con un gesto, conun accento, con una pausa, conun cenno, con uno sguardo i valoridelle cose visibili e invisi

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