IDILLII SPEZZATI
RACCONTI BREVI


ANTONIO FOGAZZARO

IDILLII SPEZZATI

RACCONTI BREVI

MILANO
Casa Editrice BALDINI, CASTOLDI & C.º
Galleria Vittorio Emanuele, 17 e 80

1902


PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA

MILANO-TIP. PIROLA & CELLA DI R. CELLA


[1]

Idillii spezzati

Io tengo a Oria, sulle rive del lago di Lugano,una piccola villa battuta dalle onde a piede di unmonte vestito di ulivi, di viti ed anche di allori,che nessun poeta, prima di me, è andato a cercare.

È un ameno e tranquillo angolo del mondo, caroai sognatori e agli artisti. Quando sono a Oriapasso gran parte della giornata sul lago, solo nelmio canotto, vestito come un barcaiuolo, con qualchelibro e i miei arnesi da pesca. Quest'abitudinemi procurò, molti anni sono, la più romanzescaavventura della mia vita.

Approdai una mattina col canotto a una spiaggiafra due scogli in faccia a Lugano, dove c'è adesso[2]la trattoria del Cavallino. Allora il luogo era deltutto selvaggio e deserto. Vi ha fra i due scogliun piccolo valloncello ombroso che conduce a unasottile argentea cascatella. Avevo pescato lungo lerive sassose del monte Caprino e rotta la miapesca senza pigliare un pesciolino.

Uscii della barca, sedetti all'ombra e mi posiad accomodar la pesca. Ero lì da pochi momenti,quando udii in alto, sopra la cascatella, una rudevoce d'uomo e piccole risate, piccoli strilli, comese ci fossero lassù delle signore imbarazzate a discendere.Infatti vidi calare adagio, sul pendìo erbosopresso la cascatella, una bella fanciulla cheaiutò con l'ombrellino un'altra giovanettina suiquattordici anni, che portava un canestro. Ultimocomparve, aggrappandosi all'erba e molto brontolando,un signore piuttosto attempato. Tolsero dalcanestro sandwiches, bottiglie e frutta, e si disposeroa far colazione. Il signore attempato, una figuramassiccia dal naso rosso e dai favoriti grigi,pareva seccato della mia vicinanza; ma la maggioredelle signorine, datami una rapida occhiatadisse sprezzantemente: A fisher! (un pescatore).

[3]

Rimasi un po' male e mi parve di diventar rosso.Coloro non fecero più attenzione a me, si miseroa mangiare e a discorrere allegramente. Io cheduro una gran fatica, di solito, a intendere chi parlainglese, fui meravigliato della chiarezza con laquale parlava quella gente, specialmente la signorinache aveva detto: A fisher. Questa era bellinaassai, snella, piuttosto alta; aveva capelli bruni ebegli occhi azzurri chiari. Non so più dire comefosse vestita; so che aveva un mazzolino di ciclamialla cintura, che i suoi piedi parevano piuttostograndi e che la mano invece era squisita.

Io avevo allora un cuore assai tenero, e la miaimmaginazione era sempre pronta a vedere animeappassionate, tesori d'amore in tutti i begli occhiche si fossero incontrati tre o quattro volte con imiei. Veramente gli occhi della signorina mi avevanoguardato una volta sola e quasi con disprezzo:ma appunto il suo supposto disprezzo mi infiammaval'immaginazione. Quand'ero ragazzo mi piacevad'immaginare avventure amorose le

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