LA
VITA ITALIANA
DURANTE LA
Rivoluzione francese e l'Impero
Conferenze tenute a Firenze nel 1896
DA
Cesare Lombroso, Angelo Mosso, Anton Giulio Barrili, Vittorio Fiorini, GuidoPompilj, Francesco Nitti, E. Melchior de Vogüé, Ferdinando Martini, Ernesto Masi,Giuseppe Chiarini, Giovanni Pascoli, Adolfo Venturi, Enrico Panzacchi.
MILANO
FRATELLI TREVES, EDITORI
1897.
PROPRIETÀ LETTERARIA
Riservati tutti i diritti.
Tip. Fratelli Treves.
Una sera del maggio 1810, Alfonso di Lamartine,appena diciannovenne, in una diligenzasconquassata e seduto accanto al cocchiere, entravaper la porta San Gallo in Firenze. Pocoinnanzi, sua madre assestando la camera di luiaveva trovato una rosa appassita, delicatamenteavvolta in un pezzo di mussolina, e dei versi:
Ah! repose à jamais dans ce sein qui t'abrite
Rose, qui mourus sous ses pas,
Et compte sur ce cœur combien de fois palpite
Un rêve qui ne mourra pas!
Un sogno che non morrà! Esperta che a' sognidi quella specie, in quell'età vaticinati immortali,è quasi sempre, invece, micidiale il mutamentodi clima, la signora di Lamartine mandòsogno e figliuolo a viaggiare per l'Italia; il figliuolosi fece più sano e robusto che mai, il sogno lo ucciserole prime acute brezze dell'Alpi; ora pergli orti fiorenti sulle estreme pendici dell'Appennino,inutilmente le rose sporgevano di là dallesiepi le corolle fragranti: nello approssimarsi allacittà di Dante e di Michelangelo il giovinetto poetanon cercava col guardo, non vedeva più che gli[340]allori. Andava fresco della lettura dei grandissimifra' nostri scrittori, nella città che era giàper lui la città degli incanti e delle memorie; viandava con fantasia accesa così, che nel tragittodalla porta San Gallo alla locanda di Parioneove lo condusse il suo automedonte, si figuròscorgere fontane zampillanti che non ci sono maistate; e perchè tra le fandonie di non so quallibro di viaggi aveva imparata anche questa:che i soffitti delle case a Firenze si costruisconocon legno di cedro, gli parve olezzassero del profumodei cedri tutte quante le strade.
Que' miraggi vanirono; ma innanzi agli occhistupefatti, sfolgorarono in splendori sempre piùfulgidi le luci della storia e dell'arte. Il Lamartineera partito dalla Francia con molte e ragguardevolicommendatizie; dopo brevi ore disoggiorno a Firenze, deliberato a vivere co' mortisoltanto, s'era proposto di non recapitarne veruna.Se non che, letto sul sepolcro dell'Alfieriinnanzi al quale, secondo egli scrive, sentì sorgerenell'anima il primo desiderio di fama; sul sepolcrodell'Alfieri letto il nome della contessad'Albany, pensò che aveva una lettera anche perlei: quella, quella sola e subito lo punse unaimpaziente bramosia di consegnarla. E uscì daSanta Croce, già smanioso di conoscere la donnache l'Alfier