CRONICA
DI
MATTEO VILLANI

TOMO II.


CRONICA

DI

MATTEO
VILLANI

A MIGLIOR LEZIONE RIDOTTA
coll’aiuto
DE’ TESTI A PENNA

TOMO II.

FIRENZE
PER IL MAGHERI
1825

[5]

LIBRO TERZOQui comincia il terzo libro della Cronica diMatteo Villani; e prima il Prologo.

CAPITOLO PRIMO

Rendendo spesso testimonianza delle mutevolicose del mondo ogni stato umano, non è da pensarecosa maravigliosa quella che ha fatto maravigliarene’ nostri dì ovunque la sua fama aggiunse. E domandandola debita materia di fare cominciamentoal terzo libro, possiamo con ragione dire, che lacorona dell’imperiale maestà e il suo regno, allaquale dipendea la monarchia dell’universo,era Roma coll’italiana provincia, delle provinciedella quale ne’ nostri tempi la città di Firenze,Perugia e Siena, seguendo alcune orme diquella, per li tempi avversi dello sviato imperio,in segno della romana libertà, avendo vedutoper li tempi passati l’incostanza degl’imperadorialamanni avere in Italia generate e accresciutetirannesche suggezioni di popoli, hannomantenuto la franchigia e la libertà discesa inloro dall’antico popolo romano: e zelanti di non[6]sostenere quella a tirannia, molte volte per diversie lunghi tempi apparvono contradi all’imperialesuggezione, intanto che non si poteva inquesti popoli sostenere senza sospetto, senzapericolo e senza infamia il raccontamento dell’imperialenome. E come subitamente gli animidi que’ popoli e de’ loro rettori per paura del potentetiranno arcivescovo di Milano si cambiarono,procurando l’amistà e l’avvenimento in Italiadi messer Carlo re di Boemia eletto imperadore,i movimenti già narrati, e le operazioni cheappresso ne seguirono, seguendo nostro trattato ildimostreremo.

CAP. II.La potenza dell’arcivescovo di Milano, e ilprocaccio fece a corte per la sualiberazione.

Era in questo tempo potentissimo e temutosignore messer Giovanni de’ Visconti arcivescovodi Milano, sotto la cui signoria si reggea la nobilee grande città di Milano, e l’antica e famosacittà di Bologna, Cremona, Lodi, Parma, Piacenza,Brescia, Moncia, Bergamo, Como, Asti,Alessandria della paglia, Tortona, Alba, Novara,Vercelli, Bobbio, Crema, e più altre città e terrenelle montagne di verso la Magna, co’ loro contadiville e castella; e i signori di Pavia, ch’eranoque’ di Beccheria, l’ubbidivano come signore,benchè la città fosse al loro governamento.In Toscana aveva acquistato il Borgo a san Sepolcro,[7]e il castello d’Anghiari e altre castellad’intorno. E accomandati e ubbidienti gli eranoCortona, Orvieto, Cetona, Agobbio, i Tarlatiusciti d’Arezzo, gli Ubaldini, i Pazzi di Valdarno,gli Ubertini, e que’ da Faggiuola; e i contida Montefeltro, e de’ conti Guidi dal lato ghibellino,e il conte Tano da Montecarelli, e gli altrighibellini caporali di Toscana, e di Romagna edella Marca l’ubbidivano. E a sua lega e a compagniaavea il signore della Scala e di Mantova edi Padova: e il marchese di Ferrara in Lombardia,e il comune di Genova e quello di Pisa sottoalcuno ordinato servigio, e il capitano di Forlì, eil

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