STORIA DEL CANTOVOL. II


STORIA UNIVERSALE
DEL
CANTO

DI

GABRIELE FANTONI

Dottore e Cavaliere di più Ordini, Membro di RR. Accademiee di Istituti Nazionali e Stranieri
Notaio di Venezia.

VOL. II.

MILANO
NATALE BATTEZZATI — EDITORE
1873.
PROPRIETÀ LETTERARIA


Diritti di traduzione e riproduzione riservati.

Milano. 1873 — Tip. Commercio


[5]

PARTE NUOVA.

III.

Continuazione sui Metodi e sulle Scuole. — Normedidattico-fisico-speculative. — Metodi artistici. — Metodistimoderni. — Sistemi. — Conservatorj. — Cappelle. — Lorodecadenza. — Osservazioni. — Esempj. — Giudizj.

Fu allorquando si cominciò trattar l’arte, nonpel ministero servile della voce soltanto, ma per quell’altaspeculazione voluta, come dicemmo, da Boezio,che la Scuola avea dovuto levarsi allo splendore cheil vero suo spirito ne disvela: ed ecco quel trattatista,già sopra accennato, che possiede la scienza per lapratica e pel sentimento; e che ancora in oggi puòdirsi primo de’ metodisti al perfezionamento rivolti.

Intorno al 1740, cantava ed insegnava in RomaEmanuele Garcia, detto anche Garzia o lo Spagnoletto,perchè oriundo d’Iberia; cantava le arie del Galuppie del Porpora, e insegnava alla bella Catterina, figliaal cuoco del principe Gabrielli, dal quale ebbe il nome,fatto più chiaro dal suo canto.

Pare che da quell’organo prodigioso di voce dellaGabrielli, ispirato dal più vago capriccio, traesse ilGarcia serio argomento alle sue speculazioni. Aveainoltre da studiare negli emuli Pacchiarotti e Marchesi,coi quali la Gabrielli rapì Europa intera allaammirazione e non fu da lor superata.

La seguì a Lucca, dov’ella cantava la Sofonisba;[6]a Vienna, dove Metastasio la introdusse alla corte perla sua Didone; a Palermo, dove per un pranzo delVicerè non accettato, la capricciosa fu carcerata; inRussia, dove la Gabrielli chiese a Catterina II. 10,000rubli all’anno, e all’osservazione della imperatrice,che non dava tanto ai suoi feld-marascialli, quella rispose,che i suoi feld-marascialli facesse cantare.

Garcia potè educare nella propria carriera ilfiglio che portò il suo stesso nome, questi pure dotatodi disposizioni eccellenti per la bell’arte; trasfusein lui le pratiche sue cognizioni, non senza far dipubblica ragione però alcune buone norme e classiciesercizj[1]. Il degno figlio ed erede de’ pratici e speculativistudj paterni, trovò per singolare fortuna altrocondegno modello onde meglio approfondare le sueosservazioni, da poterle poi esibire come il più fondatoe completo sistema d’insegnamento.

Emanuele Garcia figlio, divenia padre in Pariginel 1808 di Maria Felicita, che fu poi la Malibran.Quel mostro canoro che, seguendo la famiglia paternain Italia, a soli cinque anni, sostenne al teatro Fiorentinodi Napoli, a mente, la intera parte del fanciullonella Agnese di Paër; e che al suo terzo lustro,non sentì più bi

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