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[Occhiello]
[Frontespizio]
GIUS. LATERZA & FIGLI
1913
[Verso]
Chi vorrá considerare i generali disordini che tuttodí si sentono esonosi quasi in ogni parte del mondo da molti anni in qua sentiti, eanco quelli che seguir potrebbono per la varia alterazione, che sinoraè stata usata e piú che mai si usa e si userá di continovo, se non visi provede, delli prezzi e valori dei due preciosi metalli, oro edargento, tanto non coniati quanto anco ridotti in monete—non sitrovando forma o regola, con la quale essi debbano in universale essermantenuti per sempre in una reale e proporzionata corrispondenza cosídelli pesi come delli valori; ma piú tosto che siano, come sono, ogniqualch'anno mossi e di qualche valore accresciuti, e ciò secondo lavaria disposizione degli appetiti degli uomini, tutto che i prencipifrequentemente con quella maggior diligenza che possono, sí come fa ilserenissimo duca nostro signore, cerchino, con gride, bandi ed altrisimili mezi, di fermarli in un giusto essere e in diversi modi a ciòprovedere;—e chi vorrá insieme pensare con quanti danni e bestemmiedegli uomini la peste di questa commune alterazione domini e regni,chiaramente conoscerá con qual giusta occasione, spinto dal zelo delben commune e non per alcuna mia particolare ambizione o interesse, iomi sia mosso a scrivere questo Discorso, per mezo del quale io spero(quando egli sará dal mondo accettato) che si dará tal forma e regolaad essi oro ed argento, che da ora inanzi non si temerá dell'incendio,che (com'ho detto), giá tanto tempo fa, il mondo consuma e distrugge.Né qui si dee alcuno maravigliare come io mi sia posto in questafatica, nella quale per i tempi passati tanti altri, piú di mesvegliati e di tal maneggio studiosi e prattici, non hanno avutoardire d'implicarsi, percioché, forse da questi essendo statoconosciuto con quanta difficultá si possano le giá permesse usanze dalmondo levare ed in vece loro nuovi riti ed ordini introdurre, nonhanno voluto in qu