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MATILDE SERAO

L'Infedele

MILANO DITTA EDITRICE BRIGOLA

  DI E. BRIGOLA E G. MARCO
  Via Annunciata, N. 6

M DCCC XCVII

Proprietà Letteraria

171597—Milano, Tipografia Capriolo e Massimino

L'infedele.

I

Tre sono i personaggi di questa istoria d'amore: Paolo Herz, LuisaCima e Chérie. Malgrado il suo cognome tedesco, Paolo Herz è italiano,di madre e di padre italiani, delle provincie meridionali. Veramente,non è inutile aggiungere che l'avo paterno di Paolo era tedesco.Questo nonno aveva lasciato la Germania in piccolissima età, emigrandoin Italia: qui era cresciuto, aveva lavorato ad accrescere la sostanzafamigliare e il decoro del nome Herz: qui si era ammogliato con unaitaliana, e aveva procreato dei figli. Così i legami con la patria diorigine, almeno quelli esteriori, si eran venuti col tempo, con lalontananza, rallentando e poi, più tardi, sciogliendosi: tanto che gliHerz sembrava non conservassero più nessuna traccia nordica neltemperamento e nel carattere.

Paolo Herz ha trentasei anni; è alto, forte, elegante, sebbene per glianni e per la vita di piaceri trascorsa, sia in lui più evidentel'eleganza che la forza: ha il volto pallido, ma sano, e sotto ilpallore è diffusa una lieve tinta ambrata, emblema del mezzogiorno oveegli nacque: i capelli tagliati molto corti e che formano delle puntenaturali, sulla fronte e sulle tempia: ha i mustacchi soltantocastani, che lasciano intravvedere una bocca ancora fresca, mentreintorno agli occhi già manca la freschezza. Paolo Herz ha unafisonomia tranquilla e quasi immota, certe volte: ma questa immobilitànon è l'assenza della vitalità, nè quel ritiro dell'espressionefaciale che lascia le linee come morte. È, piuttosto, un riposodignitoso del viso che esprime chiaramente il silenzio e lameditazione dell'anima; una pacatezza nobile e pensosa che pare piùadatta al suo genere di bellezza virile e che maggiormente gli attiral'amore delle donne e l'amicizia degli uomini. Forse, senza che eglineppure ne abbia sentore, in quei periodi di pace del volto, rinascein lui l'antica, avita conscienza germanica, fatta di speculazionispirituali, di contemplazioni pure e poetiche. In quei momenti, PaoloHerz è bello: le donne, spesso, gli hanno imposto di tacere e dipensare, quando era accanto a loro. Sovra tutto, non lo vogliono vedersoffrire: le sue peggiori giornate, come estetica, sono quelle in cuiper un puntiglio non vinto, per un capriccio non soddisfatto, per unadelusione inaspettata, per un immeritato dolore, tutta la suafisonomia si decompone, quasi l'uomo toccasse le soglie della morte.Egli non può soffrire: egli non sa soffrire: quando soffre, è brutto,è antipatico, è, talvolta, odioso. Il suo volto bruno diventatoterreo, i suoi occhi come velati da una nebbia torbida, le rughe chesi moltiplicano intorno agli occhi, le guancie sparute che fan pareregrosso il naso, le pieghe accanto alla bocca, mostrano un Paolo Herztutto diverso, senza energia morale, senza forza fisica, inetto aldolore, abbattuto dal patimento e non destante alcuna compassione.Però, bisogna dirlo: pochi uomini lo hanno veduto soffrire e una soladonna. Per lo più, quando è infelice e non regge ad essere infelice,egli fugge, e si na

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