ARTURO GRAF
ATTRAVERSO
IL
CINQUECENTO
PETRARCHISMO ED ANTIPETRARCHISMO
UN PROCESSO A PIETRO ARETINO
I PEDANTI
UNA CORTIGIANA FRA MILLE: VERONICA FRANCO
UN BUFFONE DI LEONE X
(Ristampa)
TORINO
Casa Editrice
ERMANNO LOESCHER
1916
PROPRIETÀ LETTERARIA
Tip. Olivero & C. · Via Accademia Albertina
ang. Piazza Carlo Eman. II, Torino.
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Il Petrarchismo è una malattia cronica della letteraturaitaliana. A cominciare dai tempi stessi del poetache gli diede il nome, e a venir giù sino a quelli deinonni o bisnonni nostri, ogni secolo della nostra storialetteraria se ne mostra, non voglio dire infetto, chepotrebbe parere troppo irriverente verso la causa primae non volontaria del male, ma soprappreso, o colpito,in varii modi e con diversità di grado e di effetti. Èuna specie di febbre ricorrente, da cui non so se possiamdirci ancora in tutto e per sempre guariti, ma che giàpiù di una volta c’ebbe a tornar perniciosa. Il Petrarcaera ancor vivo e vegeto che molti già, com’egli stessoci dice, si facevano belli delle sue spoglie, tentavano ditramandare sull’ali stesse dell’ingegno di lui il nomeloro ai posteri. Costoro, che spacciavan per proprii iversi stessi del cantore di Laura, sono certo i petrarchistipiù petrarchisti che sieno mai stati. Poi, subitodopo, comincia la imitazione, comandata, in certo qualmodo, da quella riputazione strabocchevole, e forse senzariscontro, la quale, avendo accompagnato il poeta in vita,non fece, lui morto, se non accrescersi e confermarsi.Zenone da Pistoja, che in due migliaja di fastidiosissimi[4]versi deplorò quella morte, fa dire al mondo, vedovatodel suo poeta:
Quest’era la colonna del mio stato
Quest’era luce mia universale,
Come dal sol da lui illuminato.
E, veramente, a questo sole ebbero a scaldarsi infiniti,cui Febo molto volentieri avrebbe lasciato morirsi difreddo, nel bujo.
Ebbe petrarchisti il Trecento; ebbene il Quattrocento,e non pochi; ma il secolo in cui il petrarchismo galla,lussureggia, trionfa e strabocca, è il Cinquecento: cosìche quando si parla di petrarchismo, subito la mentecorre a quel secolo, come se a quello esso appartenessestrettamente ed in proprio.
Quali le ragioni del fatto?
A tale domanda alcuni storici della letteratura nondànno risposta di sorta, paghi di descrivere incompiutamente,o anche solo di registrare il fatto; altri rispondonoassai per le spicce, con pericolo grande di rispondermale[1].
Il buon Settembrini, che batteva sempre su quel suochiodo (ma non sempre a torto, intendiamoci) della oppressionecivile ed ecclesiastica, nemica così del pensiero,come della uni