DI
EDOARDO GIBBON
TRADUZIONE DALL'INGLESE
VOLUME TERZO
MILANO
PER NICOLÒ BETTONI
M.DCCC.XX
STORIA
DELLA DECADENZA E ROVINA
DELL'IMPERO ROMANO
Condotta del Governo romano verso i Cristiani,dal Regno di Nerone fino a quello di Costantino.
Se prendiamo a considerar seriamente la puritàdella Religione Cristiana, la santità de' suoi morali precetti,e l'innocente non meno che austera vita dellamaggior parte di quelli, che ne' primi tempi abbracciaronola fede dell'Evangelio, saremo naturalmenteindotti a supporre, che anche dal Mondo infedele risguardatasi fosse con la dovuta riverenza una dottrinacosì benefica; che le persone sapienti e culte,quantunque deridendo i miracoli, stimato avessero levirtù della nuova setta, e che i Magistrati avesser protetto,invece di perseguitare, un ordine di uomini, cheprestava la più sommessa obbedienza alle leggi, sebbene[6]sfuggisse le attive cure della guerra e del governo.Dall'altra parte se noi riflettiamo che la tolleranzadel Politeismo era universale ed invariabilmentesostenuta dalla fede del Popolo, dall'incredulità de' filosofi,e dalla politica del Senato e degl'Imperatoridi Roma, non sappiam vedere qual nuova colpa iCristiani avesser commesso, e da che mai fosse stataprovocata ed inasprita la blanda indifferenza dell'Antichità,e quali nuovi motivi potessero indurre i PrincipiRomani, che lasciavan sussistere in pace sottoil lor moderato dominio mille diverse forme di religionisenza prendervi alcun interesse, a punir severamenteuna parte de' loro sudditi, che si erano sceltauna singolare, ma innocente maniera di fede e di culto.
Sembra che la religiosa politica degli antichi prendesseun più rigido ed intollerante carattere per opporsial progresso del Cristianesimo. Circa ottant'annidopo la morte di Cristo, soggiacquero all'estremo suppliziogl'innocenti seguaci di lui per sentenza di un Proconsoledell'indole più amabile e filosofica, e secondole leggi di un Imperatore, riguardevole per la saviezzae giustizia del suo generale governo. Le apologie, chepiù volte indirizzate furono ai successori di Traiano,son piene de' più patetici lamenti, perchè fra tutti isudditi del Romano Impero fossero esclusi dal parteciparei vantaggi di quel fausto governo i soli Cristiani,che obbedivano ai dettami della coscienza, ene imploravan la libertà. Sono stati diligentemente raccoltii supplizi di alcuni pochi martiri eminenti; eda quel tempo, in cui s'ottenne il supremo potere dalCristianesimo, i Direttori della Chiesa non hanno impiegataminor cura nel discuoprire la crudeltà, che nell'imitarla condotta de' Pagani loro avversari. Lo scopo[7]del presente capitolo è di separare (s'è possibile) ipochi autentici ed interessanti fatti da una indigestamassa di finzioni e di errori, e di riferire in un modoragionevole e chiaro le cagioni, l'estensione, la duratae le più importanti circostante delle persecuzioni, allequali esposti furono i primi Cristiani.
I seguaci di u