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L'UNDECIMO COMANDAMENTO

ROMANZO

DI

Anton Giulio Barrili

SESTA EDIZIONE

MILANO

FRATELLI TREVES, EDITORI

1891.

PROPRIETÀ LETTERARIA

Riservati tutti i diritti

Milano.—Tip. Treves.

L'UNDECIMO COMANDAMENTO

I.

Leviamoci il cappello, signori lettori, perchè siamo in casa delsottoprefetto di Castelnuovo.

I Castelnuovi sono molti, sulla faccia della terra, e voi forseaspetterete che io vi dica in quale dei tanti vi abbia condotti. Maio, con vostra licenza, non lo farò, per ragioni di alta convenienzaed anche di sicurezza personale. Il sottoprefetto del mio Castelnuovosarebbe capace di aversela a male e di farmi arrestare come ozioso evagabondo, la prima volta che mi saltasse il ticchio di visitare ilsuo circondario. Ora, siccome io ci ho proprio un gran desiderio ditornare laggiù e di non esser molestato nelle mie corsesconclusionate, voi consentirete, spero, che in questo particolare iomi tenga prudentemente a mezz'aria.

Per le necessità della storia, vi basti di sapere che si diceCastelnuovo in opposizione di Castelvecchio. Castelvecchio, ancora dueanni fa, quando io ci sono stato, era una rovina sulla vetta del monteAcuto; il qual monte è uno dei soliti contrafforti dell'Appennino, chericorrono così spesso nella orografia dei romanzieri. Castelnuovo èuna cittadina fabbricata più in basso, tra il poggio dei Gemmi e lariva destra del Bedonia, un torrente in cui gli eruditi hanno trovatodue radici celtiche, e le lavandaie di Castelnuovo cercano ancora dueonce d'acqua per otto mesi dell'anno.

Castelnuovo, come vi dice il nome, doveva averci il suo castello anchelui. Ma il forte arnese era sparito sotto un intonaco più moderno; leferitoie erano diventate finestre, e la gran mole bucherellata,imbiancata, rimessa a nuovo, accoglieva nel suo grembo quasi tutti gliuffici e le rispettive abitazioni dei rappresentanti del governo.C'era, ad esempio, la sottoprefettura, c'era la pretura, il ricevitoredel registro, il conservatore delle ipoteche, e non ci mancavano ireali carabinieri, comandati dalla perla dei marescialli. Ilverificatore dei pesi e misure abitava più lungi, e così pure ilricevitore delle dogane, con altri ufficiali, i cui nomi non voglionovenirmi alla penna. Lo spazio tiranno vietava l'accentramento dellagran famiglia governativa di Castelnuovo. Si diceva anzi che benpresto dovesse andar fuori del palazzo demaniale il ricevitore delregistro; un po' perchè ci stava a disagio lui, che aveva mezzadozzina di marmocchi, debitamente registrati, un po' perchè teneva adisagio il sottoprefetto, quantunque la famiglia di quest'ultimoconstasse di due sole persone; marito e moglie, sottoprefetto esottoprefettessa.

Si spiccica male, quel "sottoprefettessa", non è vero? Ma in fede mia,non si può fare altrimenti. E buon

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