Copertina

GIOVANNI PASCOLI


SOTTO IL VELAME

SAGGIO
DI UN'INTERPRETAZIONE GENERALE
DEL POEMA SACRO

Seconda edizione

BOLOGNA
NICOLA ZANICHELLI
MCMXII


L'Editore adempiuti i doveri
eserciterà i diritti sanciti dalle leggi

Bologna — Tip. A. Cacciari — VI — '912.


MESSINA
ACCOLGA NELL'ANNIVERSARIO CCCL DELLA SUA UNIVERSITÀ
DA UN LETTORE DI QUELLA
L'OMAGGIO DI QUESTO LIBRO
CHE SOLLEVA ALQUANTO IL VELAME DEL POEMA SACRO
NELL'ANNO DALLA MIRABILE VISIONE SECENTESIMO

[vii]

PREFAZIONE

Questo volume sarà seguito, se la vita e laforza mi basteranno, da due altri libri: La mirabilevisione, che svolgerà l'ultimo capitolo di questo;La poesia del mistero Dantesco, che tenterà didichiarare le bellezze del poema, quali adulterate, qualicelate dalla non esatta interpretazione che se ne suoldare. Sono in vero alcuni che sdegnano e schifanoqueste indagini del pensiero di Dante. Dicono: Lasciatecisognare! ammirare! godere! Dicono: Non c'impeditela vista del monumento solenne con le vostrecatapecchie! Dicono: Non ci guastate con le vostrecantafere quel murmure infinito di musica morta einafferrabile! Dicono: Non sollecitate la tenebra sacracon la vostra lucernina! Or io a costoro, col terzovolume, vorrò mostrare che il pensiero di Dante èmeglio conoscerlo e contemplarlo qual'è, e che la suaparola echeggia da ben più profondo mistero di quelche essi credano, e che la lucernina può rivelare, inqueste catacombe, qualche meandro nuovo, qualchenuovo abisso, qualche improvviso simulacro, qualche[viii]scritta ignorata. Non perde nulla Dante, a essere capito.Chè poi non è gran modestia un tale orrore allostudio diligente del Poeta. È come credere che ilnostro pensiero e la nostra imaginazione siano più altie più grandi di quelli di Dante. E potrebbe ancheessere. Io dimostrerò, con quel libro, che non è. Espero che già da ora ognuno s'accorga che gli sfuggivagran parte del bello, poichè gli era nascosta granparte del vero. Valga per esempio il passaggio dell'Acheronte.A costoro che preferiscono sè a Dante,sembrano avvicinarsi altri, che hanno la consuetudinedegli studi serii ed esatti; eppur, no, quando si trattadi Dante, cominciano a dire che non si deve ricorrereai teologi, e non si deve sottilizzar troppo, e non sideve dar retta a Dante stesso, che vuole che il lettoreaguzzi gli occhi e cerchi la sentenza nascosta e denudile parole dalla lor vesta di figura. E a questi altridirò che tornino a loro scienza; non altro: chè in veroil fatto loro non è un bel fatto. E prenderò in pacei loro disdegni e le loro accuse di “troppa sottiglianza„,e le loro ingiurie di sofisticheria e peggio; pago chel'ombra di Dante mi dica: Vien dietro a me, elascia dir le genti!

Possono invece altri più ragionevolmente appuntarmidi non aver seguìta in tutto e per tutto labuona via, non vedendo in questo volume qui, comenon videro nella “Minerva oscura„, col mio, riferitoil lavoro altrui. A questo più ragionevole appunto[ix]risponderò col

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