LA
PESTE DI MILANO
DEL
1630
LIBRI CINQUE
CAVATI DAGLI ANNALI DELLA CITTÀ
E SCRITTI PER ORDINE DEI LX DECURIONI
Dal Canonico della Scala
GIUSEPPE RIPAMONTI
ISTORIOGRAFO MILANESE
VOLGARIZZATI PER LA PRIMA VOLTA DALL’ORIGINALE LATINO
DA
FRANCESCO CUSANI
CON INTRODUZIONE E NOTE
Milano
Tipografia e Libreria Pirotta e C.
1841.
[v]
A
SUOI CONCITTADINI
QUESTA NARRAZIONE
DI
TREMENDA CATASTROFE
CHE DESOLÒ LA COMUNE PATRIA
DAL PIÙ ELOQUENTE STORICO MILANESE
DI QUELLA ETÀ
TRAMANDATA AI POSTERI
NELL’IDIOMA DEL LAZIO
ORA
SVOLTA NELLA LINGUA D’ITALIA
PERCHÈ SIANO A TUTTI ESEMPIO
LA VIRTÙ GLI ERRORI LE SCIAGURE
DEI NOSTRI AVI
OFFRE
CON CANDIDO ANIMO
FRANCESCO CUSANI
[vii]
DI
FRANCESCO CUSANI
Siamo all’epoca spagnuola, che comprende un periodo di centosettant’anni, d’allora che le armi vittoriose di Carlo V e il Trattatodi Cambray aggiunsero anche il nostro paese agli sterminatipossedimenti di quel monarca, fino alla venuta degli Austriaci sull’incominciaredello scorso secolo. Epoca fatale e di amara ricordanzapei Lombardi! Re lontani e di tanto più difficile accesso,che per giungere a Madrid era d’uopo traversare la Francia quasisempre in guerra colla Spagna, ovvero altri Stati Italiani per prendereimbarco in qualche porto del Mediterraneo. Governatori, cherappresentavano il Sovrano, estranei alle leggi, alle abitudini, alla[viii]lingua nostra, avidi di saziare la loro ambizione e l’avarizia, nonreggevano, ma angariavano il paese ad essi per tre anni lasciatoin balìa. Un Senato, composto in buona parte di Spagnuoli, chegiudicava inappellabile come Iddio. Il Consiglio segreto di Stato;il Magistrato di Sanità; i Sessanta Decurioni; il Capitano diGiustizia; il Magistrato ordinario, lo Straordinario, tutti poteriche agivano indipendenti nella propria sfera, urtandosi e collidendosisovente nell’esercizio dei loro attributi non troppo chiaramentedefiniti. All’allegria ed all’attività ingenita nei Lombardi sottentròil cupo sussiego, l’albagia e l’indolenza spagnuola; quindi inobili abbandonarono il commercio, riputandolo disonorevole alcasato; le manifatture andarono in decadimento, le arti e gli studjfurono negletti, le opere pubbliche trascurate, in breve il nostropaese, consumandosi per lenta inedia, da florido e ricco che era,fu ridotto sterile e inerte per mancanza d’industria agricola e manifatturierae di civile energia.
Però l’attribuire il decadimento e la ruina della Lombardiaesclusivamente al dominio spagnuolo, come fecero parecchi scrittori,mi sembra un peccare d’esagerazione. E valga il vero:que’ disordini erano in buona parte