NICCOLÒ MACHIAVELLI
E I SUOI TEMPIVOLUME II


PASQUALE VILLARI

NICCOLÒ MACHIAVELLI
E
I SUOI TEMPI

ILLUSTRATI
CON NUOVI DOCUMENTI

3ª Edizione riveduta e corretta dall'Autore

Volume II

ULRICO HOEPLI
EDITORE-LIBRAIO DELLA REAL CASA
MILANO

1913


PROPRIETÀ LETTERARIA

65-912. — Firenze, Tipografia «L'Arte della Stampa», Succ. Landi

Via Santa Caterina, 14


AVVERTENZA

Anche a questo secondo volume debbo premettere solamente,che ho tenuto conto dei principali lavori recentementepubblicati sul Machiavelli. Questo ha fatto dinecessità procedere lentamente la stampa.

Firenze, 11 ottobre 1912.

P. Villari.

[1]

LIBRO PRIMO

CAPITOLO IX.

Il Secolo di Giulio II. — Le Belle Arti. — Leonardo. — Michelangelo. — Raffaello. — Lanuova letteratura. — LodovicoAriosto. — Gli scritti giovanili di Francesco Guicciardini.

Il decennio in cui Giulio II sedette sulla sedia diSan Pietro (1503-1513), fu un periodo memorabile nellastoria della politica, memorabilissimo in quella della culturaitaliana. Con una volontà indomabile, con un impetopiù che giovanile, guidato sempre dal pensiero diriconquistare alla Chiesa le provincie che, secondo lui,le erano state usurpate; d'ingrandirne, di renderne fortee temuto lo Stato, questo Papa, che aveva già sessantaanni, agitò il mondo. Egli tenne in mano le fila dellapolitica in tutta l'Europa, ora a vantaggio ora a dannod'Italia, che divenne il campo aperto alle grandi battaglie,le quali finirono coll'esserle cagione d'irreparabilisventure. Le proporzioni gigantesche, che questi fattipresero quasi istantaneamente, dovevano lasciare unaprofonda impressione nell'animo degli uomini, per pocoche guardassero e meditassero su ciò che intorno ad essiseguiva. Certo è che si vide allora un grande incrementonella cultura, e nuovo splendore ne ebbero leopere letterarie, massime di politica e di storia, nellequali gl'Italiani, con insuperabile originalità, riuscironomaestri all'Europa. In verità, quando, in mezzo a quelsanguinoso cataclisma, che, incominciato colle battaglied'Agnadello, di Ravenna, di Pavia, finì col sacco diRoma e l'assedio di Firenze, noi vediamo che si scrivonole opere del Machiavelli e del Guicciardini, possiamoriconoscere una relazione naturale fra di esse ed[2]i grandi, sebbene dolorosi, tragici fatti, in mezzo ai qualifurono composte. Ma quando vediamo che, nel medesimotempo, si scrivono poemi come quello dell'Ariosto, commedie,novelle, satire, sonetti, poesie burlesche d'ognisorta, allora chi può negare che tutto ciò abbia l'apparenzad'un singolare contrasto? Pure la verità è, cheora appunto il Rinascimento italiano si manifesta intutta l'infinita varietà del suo splendore, il quale nonsolamente sfolgora nelle mille nuove forme della prosae della poesia nazionale, ma ritrova la sua maggioreoriginalità nelle arti plastiche, che danno

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