Enrico Castelnuovo
Natalìa
ED ALTRI RACCONTI
NATALÌA. — DUE FUNERALI. —ALLA “TRAVIATA„. — IL SIGNOR ANTENORE. —I CAVALIERI DELL'IMMACOLATA. —IL DOTTORE “DREAMS„. —ASSOLTO. — ALLO STABILIMENTO IDROTERAPICO. —NELLA NEBBIA. — LA LETTERA. —LE CONFIDENZE DEL DIRETTORE. —COSCIENZE AGITATE. —NELLE VACANZE DI SUA ECCELLENZA. —JOLIE. — L'ISOLA FORTUNATA. —EPILOGO.
MILANO
Fratelli Treves, Editori
1899.
PROPRIETÀ LETTERARIA
I diritti di riproduzione e di traduzione sono riservati pertutti i paesi, non escluso il Regno di Svezia e di Norvegia.
Tip. Fratelli Treves.
[1]
In quella calda giornata di maggio, ErnestoLandi faceva un po' di siesta dopo colazionequando sentì picchiar forte all'uscio.
— Chi è? — egli borbottò fra la veglia e ilsonno.
— Sono io. Si può entrare?
— Un momento, — rispose Landi levandosia sedere. — Un momento. Aspettami di là.
Egli aveva riconosciuto la voce di Lidia, lamoglie di suo nipote Fìdoli, nella cui casa egliabitava da alcuni anni.
— Spicciati, — ripetè dal di fuori la voce pienad'orgasmo.
— Un momento. Ci sono disgrazie?
— Or ora ti dirò.
— Valentina?
— È a scuola.
— Lo so.... Temevo le fosse accaduto qualcosa.
— No, grazie al cielo, non si tratta di lei....Ma se vengo a disturbarti così, avrò le mie ragioni....Sei a letto che ti chiudi a chiave?
[2]
— Fa conto ch'io fossi a letto.... Ero svestito....Non cascherà il mondo se aspetti unminuto.
I minuti della toilette di suo zio parevano semprelunghi alla Lidia; quel giorno le parveroeterni, bench'egli si affrettasse assai più delsolito.
— In nome di Dio, — ella disse allorch'eglisi mostrò sulla soglia, in veste da camera, terminandodi farsi il nodo della cravatta.
Era un uomo verso la sessantina, di personaancora svelta ed elegante, di lineamenti regolari,ma con gli occhi pesti, con la pelle delviso alquanto floscia e aggrinzita, segni infallibilidi abitudini dissipate. Del rimanente, comeaccade a molti libertini, Ernesto Landi riuscivasimpatico, oltre che per l'aspetto piacevole, anchepei modi bonari e per una certa facile arguzia.
Egli stava per protestare contro le impazienzedella nipote, ma la fisonomia stravolta di lei lodissuase dalle recriminazioni. Domandò invece: — Checos'è successo?
Lidia gli porse una lettera, intimandogli: — Leggi.
Ernesto Landi si avvicinò alla finestra, sollevòalquanto le stecche delle persiane per farentrare più luce nella stanza, e guardò con lalente la soprascritta, di cui, sulle prime, nonparve riconoscere la calligrafia.
— È una lettera diretta a tuo marito, — eglidisse senza decidersi a levarla dalla busta. — Signoravvocato Carlo Fìdoli.-Sue mani.
— Sì, la busta non l'ho aperta io. L'ho trovata[3]aperta.... E pure quei caratteri dovrebbero essertifamiliari....
Ernesto fissò con maggiore attenzione la soprascritta. — Ah! — eglifece. E slanciò a Lidiaun'occhia