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GUIDO DA VERONA

Sciogli la treccia,
Maria Maddalena
ROMANZO
 
TERZA EDIZIONE
(dal 101º al 150º Migliaio)
 
 
 
R. BEMPORAD & FIGLIO—EDITORI—FIRENZE
MCMXX

PROPRIETÀ LETTERARIA
 
I diritti di riproduzione e di traduzione sono riservati per tutti i paesi
 
 
Stab. Tipo-Lit. FED. SACCHETTI & C.—Via Zecca Vecchia 7, Milano

San Sebastiano, Settembre 1912.

Fino ad oggi, nella regale città di Maria Cristina, inquesta gloriosa capitale del Nord, sul divino Atlantico,la cosa che più m'interessava era—lo confesso—l'imbecillissimogioco del «trente et quarante».

Ma questa sera ho incontrata una donna, che i mieicalmi occhi di navigatore forse non potranno dimenticaremai.

Eravamo seduti così presso, alla tavola del «trenteet quarante», che un sottile velo di cipria, staccandosidal suo braccio seminudo, impolverava leggermente lamia manica nera.

Giocava con febbre, giocava con irritazione, spingendosul tavoliere, ad ogni colpo, senza nemmenocontarli, grossi mucchi di gettoni e di denaro. C'erain lei, nella luce della sua carne, forse nel colore de'suoi lineamenti, un non so che di pericoloso e d'innocente,una bellezza perfetta e funesta, torbida e scintillante,che formava, tra la luce de' suoi capelli, un'aureoladi splendore, la isolava dalla folla, quasi cancellava intornoal suo volto la confusione di tutte l'altre fisionomie.

Poichè la guardavo con fissità, ella d'un tratto sivolse; parve cercasse qualcosa, o volesse chiedermi qualcosa,pur seguendo con occhi attenti la mano velocedel mazziere, che andava rivolgendo le carte. Vinseil colpo; le sue ciglia dorate brillarono. Forse le mancavaesattamente un fiammifero per accendere la sigaretta,una piccola fiamma rossa per mandare la vita in fumo.

Era una bellissima creatura, lunga, snodata, sottile,con una capigliatura di mogano scintillante, un profilorettilineo ma soave, le mani così prive di colore cheparevan quasi vecchie nella sua trasparente gioventù.L'abito che portava, il fino intreccio di piume delParadiso che si arruffavano intorno a' suoi capelli veramentegloriosi, gli anelli che opprimevano le sueleggere dita, i braccialetti che le avvolgevano il polso,ed il profumo doloroso, eccessivo, irritante, che mandavala sua fina cipria, la sua fina seta, il respiro de'suoi labbri dipinti, la visibile forma della sua nudità,in quella sala calda, gremita

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