L'ERESIA
NEL MEDIO EVO
STUDI
DI
FELICE TOCCO
IN FIRENZE
G. C. SANSONI, EDITORE
—
1884
PROPRIETÀ LETTERARIA
Firenze — Tip. G. Carnesecchi e figli.
ALLA
CARA E VENERATA MEMORIA
DI
MIO PADRE
Messomi a studiare i rapporti tra la filosofiascolastica e la contemporanea eresia, senon ho trovato quello che a prima giuntasupponevo, mi venne fatto in compenso diformarmi un'opinione ben netta sulla genesie sul corso delle molteplici sètte eretiche. Ilrisultato di questi studii pubblico nel presentelibro, che per conseguenza non è, nè vuol essereuna storia degli eretici, e molto meno untrattato dommatico sull'eresia.
L'ho intitolato Studi sull'eresia del MedioEvo, prendendo quest'ultima parola nel sensopiù ristretto del periodo, in cui domina la filosofiascolastica. L'età di transizione tra lacoltura antica e la nuova, in cui fiorisce laPatristica, è affatto estranea al mio compito.Avrei dovuto occuparmi delle sètte contemporanee[viii]al moto francescano, che vanno sottoil nome di Flagellanti, Apostolici, Beghini eGuglielmiti, e molti materiali avevo raccolti intornoa codesto argomento. Ma la ristrettezzadello spazio m'impedisce di trattarlo anchesuperficialmente, e mi riserbo di farne unostudio a parte, se i saggi, che ora pubblico,saranno benevolmente accolti, del che dubitoforte. La mancanza di spazio m'impedisce altresìdi pubblicare nella loro integrità alcunitesti inediti, che si riferiscono all'abate Gioacchino,all'Evangelo eterno, ed al moto francescano.Ne ho solo riportati quei frammenti,che più s'affacevano al mio scopo. Ho forseabbondato nelle note, ma non me ne pento,chè nelle ricerche storiche la mancanza assolutao la citazione manchevole delle fontiparmi un vero danno. Del resto se al lettorepiace di saltare le note, e credermi in parola,io gli sarò grato di tanta fiducia.
Firenze, marzo 1884.
[1]
Il Medio Evo, che a torto da amici ed avversariifu detto l'era della concordia e della pace,ebbe a soffrire non meno dell'età nostra profondie dolorosi travagli. Codesta unità delle menti e deglianimi, produttrice secondo gli uni di opere grandiose,segno secondo gli altri di fiacchezza e torpore,fu sempre e dovunque vagheggiata, giammaiconseguita. Nè ci verrà mai fatto di trovarla neitre periodi, in cui vanno divisi i secoli che corronoda Carlo Magno a Carlo di Boemia.
Il primo periodo, che diremo di preparazione, èil più lungo di tutti, protendendosi dal secolo nonosino alla metà del decimosecondo. Vi primeggianoin filosofia le dispute faticose intorno agli Universali,nate da una frase dell'Isagoge Porfiriana,la quale racchiude in germe un problema semprerisoluto e sempre da risolvere. Quel che noi diciamo[2]i generi e le specie, sono forse entità reali,anzi solo la vera realtà, o non piuttosto artifiziidella mente per non smarrirsi nel laberinto della natura?Alla prima sentenza piegavano i Realisti, iNominalisti