DI
J. C. L. SIMONDO SISMONDI
delle Accademie italiana, di Wilna, di Cagliari,
dei Georgofili, di Ginevra ec.
Traduzione dal francese.
TOMO IX.
ITALIA
1818.
STORIA
DELLE
REPUBBLICHE ITALIANE
Stato dell'Italia nell'epoca del viaggioe dell'ingresso dell'imperatore Sigismondoin Roma; Eugenio IV inguerra coi Colonna, cogli Ussiti, colconcilio di Basilea, e coi suoi sudditi. — Rivoluzionidi Firenze; esilio e richiamodi Cosimo de' Medici.
1431 = 1434.
L'aspetto dell'Italia erasi totalmentecambiato dopo la rivoluzione che avevaavuto principio ai tempi degli Ottoni diSassonia; si erano vedute allora le cittàacquistare il diritto e la forza per governarsida sè medesime; avevano scosso il giogo de'monarchi stranieri, che niuna cura omaidi loro si prendevano; avevano compresso[4]l'orgoglio de' superbi feudatarj, e forzatii nobili ad ubbidire alle leggi. Ma quattrosecoli in Lombardia, e tre secoli inToscana, bastarono ai popoli per iscorrerel'intero cerchio delle istituzioni,che possono convenire a stati ridotti aciviltà, e per soggiacere a tutte le rivoluzioniche possono condurre d'uno inaltro sistema politico. Gl'Italiani, da primaignoranti, poveri, grossolani, eranogiunti ad ottenere tutti i vantaggi delcommercio, della ricchezza e del gustonelle lettere e nelle arti; si erano mostratifieri, indocili, impazienti di giogoed insofferenti di ogni autorità; e nonpertanto avevano provati gli estremi dellatirannide e della libertà. Sebbene nonprivi di coraggio nè di energia personale,avevano lungo tempo trascurate le armi,si erano poi consacrati all'arte della guerra,l'avevano abbandonata dopo alcun tempo,e di nuovo imparata. Lo spirito d'indipendenza,dopo avere dissoggettate tuttele città da straniero potere, aveva datoluogo ad uno spirito d'usurpazione e diconquista: da prima ogni città risguardavacome vergognosa cosa l'ubbidiread un'altra città, e non pertanto pochepotenti città avevano assoggettate alle loroleggi tutte le vicine. Nulla più rimaneva[5]delle antiche istituzioni, nè le modernesembravano fatte per durare lungo tempo.Di questa rapida successione di creazionie di distruzioni, che poteva osservarsiin tutti i governi de' secoli di mezzo,ma che è più sensibile nelle repubbliche,ne fu dato specialmente carico allerepubbliche, come se le loro leggi nonpotessero per molte generazioni guarentireagli uomini una costante prosperità.
Basta la più leggera osservazione perrispondere a questo rimprovero. Nientedura sulla terra, e la storia dell'universoaltro non ci presenta che una rabbiosaguerra del tempo contro le operedegli uomini. Un individuo sopravvivea molti sistemi di leggi, una famigliapuò vedere la caduta di molti governi;ma la vita di quest'individuo, la conservazionedi questa famiglia non prov