ORIGINE E NATURA DEI GENII
NUOVI STUDII SUL GENIO
VOLUME II
ORIGINE E NATURA
DEI GENII
DI
C. LOMBROSO
(con 3 tavole e 6 figure nel testo).
MILANO — PALERMO — NAPOLI
REMO SANDRON
Editore brevettato di S. M. il Re d'Italia
—
1902.
PROPRIETÀ LETTERARIA
(mc) Torino — Tipografia G. Sacerdote.
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ORIGINE E NATURA DEI GENII
"Quelques difficultés qu'il y ait àdécouvrir des vérités nonvelles enétudiant la nature, il s'en trouve desplus grandes encore à les faire reconnaître".
Lamarck.
Fra i cento e più critici che tartassarono lamia teoria sul Genio, uno solo mi ha segnalatauna vera, capitale lacuna: il Sergi: quando miobbietta, nel Monist, che io ho sì illustrata e,forse, rivelata, la natura del genio; ma non hospiegato come sorgano le varietà così differentidei genî. Non già — egli intendeva — che i genîdifferiscano essenzialmente fra loro per qualità.L'eccellere nella pittura piuttosto che nella matematicao nella strategia, non cambia punto lanatura dei genî; come il variare nel sistema di cristallizzazioneromboedrica o esaedrica non cambiala natura chimica del carbonato calcare, essendo[6]in tutti comune l'esplosione, l'intermittenza, lacreazione del novo e, sopratutto, l'estro.
Ciò, per quanto le parvenze vi fossero contrarie,ci venne chiaramente provato anche dai più insignipensatori.
Così il Mach[1] notava: "Come già GiovanniMüller e Liebig affermarono arditamente, le operazioniintellettuali degli scienziati non differenzianosostanzialmente da quelle degli artisti. Leonardoda Vinci può esser posto tra gli uni e glialtri. Se l'artista, con pochi motivi, compone lasua opera, lo scienziato scopre i motivi che penetranonella realtà. Se uno scienziato, come Lagrange,è in qualche modo un artista quandoespone i risultati ottenuti, a sua volta un poeta,come Shakespeare, è uno scienziato nella visioneintellettuale che presiede all'opera sua. Newton,interrogato sul suo metodo di lavorare, risposeche meditava a lungo sullo stesso argomento; ecosì risposero D'Allembert e Helmoltz. Scienziati eartisti raccomandano il lavoro tenace e paziente.Quando la mente ha più volte contemplato lostesso soggetto, aumentano le probabilità di occasionifavorevoli alla creazione; tutto quanto puòplasmarsi alla idea dominante acquista rilievo,mentre quanto le è estraneo fugge nell'ombra. Così[7]spicca di luce improvvisa quell'immagine che esattamenterisponde all'idea; e mentre è effetto dilenta selezione, sembra il risultato di un atto creativo;così si comprende come Mozart, Newton,Wagner affermino che le idee, le armonie e lemelodie affluissero loro spontanee ed essi non facesseroche ritenerne il meglio".
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