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CAPITAN DODERO

UNA NOTTE BIZZARRA

NOVELLE

DI
ANTON GIULIO BARRILI

Settima edizione.

MILANO

FRATELLI TREVES, EDITORI 1881.

PROPRIETÀ LETTERARIA

Tip. Treves

UNA NOTTE BIZZARRA

A LUIGI MORANDI

La è proprio una inezia, frutto di tre giorni di lavoro, che intitoloa te, giovine amico e compagno d'armi; ma sappi che fu un gaio lavorocampestre, e lavoro gaio riesce facile, e val meglio assai che sudato,ma uggioso.

Nè paia fuor del naturale a te, nè ai lettori cortesi, che ipersonaggi della mia novella s'innamorino in una notte. Anco a nonvolerne cercar la ragione, la scusa, nella novità de' casi narrati, ioso che la cosa non è poi tanto difficile, io che ti ho per la primavolta veduto, ed amato come fratello, in un giorno. Tu dirai che,anche là, era quistione d'urgenza, imperocchè chi poteva morire ilgiorno di poi non avea tempo da perdere. Or dunque, concediamo laparte loro agli eventi, e non se ne parli più, se non per ricordareche l'amicizia, nata e cresciuta in un giorno, ha da fortificarsi intutti que' molti, o pochi, che ci comporranno la trama della vita.

Di Genova, il 19 di Luglio del 1868.

ANTON GIULIO BARRILI.

I.

Era la notte dal 12 al 13 di gennaio 1857, e per la via Assarotti, aGenova, soffiava un vento come suole soffiare in quest'ampia via,quando Eolo scatena uno de' suoi sudditi sulla regina del Tirreno.

È tramontana? è scirocco? è libeccio? Non ne sapete nulla. Esce, nonsi sa da dove, e v'investe da tutte le parti. Guai allo scribacchinomunicipale che si lascia cogliere ad occhi aperti, perchè risica diandare a palazzo Tursi colla polvere negli occhi, di non veder più loscrittoio e di dover chiedere una licenza di ventiquattr'ore, che ilcapo uffizio non è sempre disposto a concedere! Guai alla signora, chenon sta attenta a raccogliersi la veste dattorno, perchè il vento ècurioso di segreti e, quel che è peggio, ama troppo di propalarli aiviandanti.

Ma perchè sto io a discorrervi del vento? La storia che vi raccontonon occorre in mezzo alla strada, ma in un elegante quartierino alterzo piano del secondo palazzo a sinistra.

Abita colassù, cioè, dico male, abitava nel gennaio 1857 ilprotagonista del mio racconto, uomo sui trentaquattro, laureato inleggi, scapolo, non brutto, nè antipatico, e con ventimila lired'entrata.

Trentaquattro anni son forse troppi; la laurea in leggi non è nulla;ma l'essere scapolo, non brutto nè antipatico, e l'avere ventimilalire d'entrata, è già molto per esser felici, quando si abbianodesiderii modesti.

Pure, Roberto Fenoglio non era felice; si annoiava da mattina a sera,da sera a mattina. Aveva buoni e gioviali amic

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