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GIAMBATTISTA DELLA PORTA

LE COMMEDIE

A CURA DI VINCENZO SPAMPANATO

VOLUME PRIMO

                 BARI
        GIUS. LATERZA & FIGLI
      TIPOGRAFI—EDITORI—LIBRAI
                 1911

LA SORELLA

PERSONE CHE S'INTRODUCONO

  ATTILIO giovane
  TRINCA suo servo
  Balia di Sulpizia
  EROTICO giovane
  CLERIA giovane
  PARDO vecchio
  GULONE parasito
  TRASIMACO capitano
  PEDOLITRO vecchio
  Suo figlio
  COSTANZA vecchia
  SULPIZIA giovane
  ORGIO vecchio.

Il luogo dove si rappresenta la favola è Nola.

ATTO I.

SCENA I.

ATTILIO giovane, TRINCA servo.

ATTILIO. E ti disse che Pardo mio padre m'avea ammogliato con
Sulpizia?

TRINCA. E mi disse che Pardo vostro padre v'avea ammogliato con
Sulpizia.

ATTILIO. E la mia Cleria col capitano?

TRINCA. E la vostra Cleria col capitano.

ATTILIO. E che le nozze si facevano per la sera seguente?

TRINCA. E che le nozze si facevano per la sera seguente.

ATTILIO. E ti parea che lo dicesse da senno?

TRINCA. E mi parea che lo dicesse da senno.

ATTILIO. Mi rispondi con le medesime parole, e tanto seccamente, chemi lasci mille desidèri di sapere. Nelle cose d'amore o d'importanzabisogna dir tutte le minuzzarie, perché un minimo atto, una minimaparola mi potrebbe indrizzare al rimedio.

TRINCA. Ve l'ho riferito con le medesime parole, che mi son statedette, né piú né meno tantillo ve': non bisogna dimandarmene piú, chenon sarete per saperne altro tutto oggi.

ATTILIO. S'affligessero cosí te, come me, non schivaresti cosí diragionarmene.

TRINCA. E perché so che v'affliggono, però schivo di ragionarvene.

ATTILIO. Se ben m'affliggono, pur nell'afflizione vi ritrovo qualchepiacer mischiato. Ma ne' travagli, dove mi trovo, ci sono per li tuoiconsigli; e meriteresti che ti spianasse le spalle, ché ancor tu nepatissi la parte del mio affanno.

TRINCA. O gran miseria è l'esser servo d'innamorati, i quali non sannostar nel mezzo, ma sempre sugli eccessi. Quando si trovano nellecalamitá, ti vengono con certe furie adosso, che vogli aiutargli conl'opre o col consiglio, che non ti dan tempo a pensare. E l'uomo sipone a pericolo della forca, se si scuopre: e se per qualche bellainvenzione il fatto succede bene, non si ricordano del consigliero eattendono a sollazzarsi; ma, quando si scuoprono gl'inganni e siveggono ne' pericoli, ti vogliono spianar le spalle, come ministri de'loro danni.

ATTILIO. Te l'ho detto come la sento.

TRINCA. Ben sapete che il volersi sodisfare de illeciti amori e dipoco onesti desidèri suol partorir mostri d'infamia e di disgrazie,perché non si conseguiscono se non con inganni e scel

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