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LA GUERRA

DEL
VESPRO SICILIANO

o

UN PERIODO DELLE ISTORIE SICILIANE DEL SECOLO XIII
PER MICHELE AMARI
SECONDA EDIZIONE ACCRESCIUTA E CORRETTA DALL'AUTORE E CORREDATA DI NUOVI DOCUMENTI

PARIGI BAUDRY, LIBRERIA EUROPEA 3, QUAI MALAQUAIS, PRÈS LE PONT DES ARTS STASSIN ET XAVIER, 9, RUE DU COQ

1843

PREFAZIONE.

Questo libro si pubblicò in Palermo, non è ancora un anno, col titoloun po' lungo e indeterminato di «Un periodo delle istorie sicilianedel secol XIII.» Non ebbe altro proemio che i due primi paragrafi delprimo capitolo. Ma nella presente edizione, perchè avvi qualche cosadi nuovo, mi par bene intrattenerne il lettore per poche pagine.

E per cominciare da ciò che rileva meno, avverto che ho fatto alcunecorrezioni di stile; senza presumere di essere pervenuto con ciò allaforma, che a me stesso sembri la migliore. Anzi io, che pur troppo nedebbo saper la cagione, veggo quanto niun altro, in molti squarci e indue o tre capitoli interi, il dettato disuguale, febbrile, spezzatocome la parola di chi è tra i tormenti, tale da non correggersi chescrivendo da capo: e così avrei fatto se avessi potuto o ritardar lapresente edizione, o posporre altri studi ai quali m'incalza unardente desiderio d'illustrar le memorie della Sicilia.

Ma col favor de' nuovi materiali, la più parte inediti, che horinvenuto a Parigi, e sommano a un centinaio tra diplomi e altrenotizie, io ho potuto aggiungere o convalidare alcuni fatti di granmomento. Molte memorie dovean qui restare, attenenti a una dominazioneche uscì dalla Francia; e che toccata quella fiera scossa dellarivolta di Sicilia, ebbe ricorso nuovamente alla Francia; la trassealla guerra di Spagna; e s'aiutò per venti anni della sua influenzapolitica e delle sue armi. Fattomi, con questa {ii} certezza, acominciar le ricerche, le trovai facili pel favore de' molti egregiFrancesi e Italiani che m'aprivan le braccia in questa ospitalissimaFrancia, usando meco non solamente con gentilezza, ma sì conbenevolenza, con sollecitudine, con affetto; i nomi de' quali nonripeto, perchè quando si parla d'uomini sommi, anche la espressionedella gratitudine può parer vanità. Mercè d'essi e degli ordini sìcivili del paese, frugai gli archivi del reame di Francia, ove ognunoè culto e gentile; e ne ho tratto diplomi assai importanti. La fortunami portò alle mani due volumi di pregio non minore, quand'io volliaffacciarmi nell'immensa miniera de' Mss. della Biblioteca reale.Altre carte ho cavato dalle opere degli spagnuoli Feliu, Capmany, eQuintana; poche più da altri libri.

Per tal modo nel cap. II, ho potuto far menzione d'un disegno assaigrave, ancorchè non mandato ad effetto, cioè una partizione delleprovince del reame di Puglia, proposta da Urbano IV a Carlo d'Angiò,prima della nota concessione feudale. La notizia d'un'atroce prigionedi stato che Carlo tenea in Napoli, e altri particolari della suatirannide, aumentano

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