GLI
ERETICI D'ITALIA

DISCORSI STORICI

DI

CESARE CANTÙ

Error cui non resistitur, approbatur: et veritasquaæ minime defensatur, opprimitur.

Papa Felice III ad Acacio.


VOLUME SECONDO


TORINO
UNIONE TIPOGRAFICO-EDITRICE
Via Carlo Alberto, casa Pomba, Nº 33
1866

[5]

DISCORSO XXI.
PAOLO III. L'ARETINO SUGGERIMENTI DI RIFORME. TEATINI E GESUITI.

Alessandro Farnese avea studiato sotto Pomponio Leto, poi alla Corte deiMedici erasi formato nell'erudizione elegante e ne' facili costumi; parlavasquisitamente italiano e latino, rifuggendo ogni frase che classica non fosse:amante delle belle arti, cominciò in Roma il più bel palazzo del mondo;teneva splendida villa presso Bolsena; affabile e mansueto quanto magnifico,indulgeva alle fragilità umane, e prediligeva un figlio, che poi diffamossicol nome di Pier Luigi duca di Parma. Da Alessandro VI creatocardinale, in quarant'anni aveva assistito a cinque conclavi; quando di sessantasetteanni, in prima per ispirazione, poi per iscrutinio, i trentasetteelettori a schede aperte lo celebrarono papa.

Da Martino V in poi nessun altro romano era salito pontefice, ondepensate che tripudj menò il popolo! Denominatosi Paolo III, non volleche i Farnesi paressero da meno dei Medici, sicchè ordinò a Michelangelodi continuare i cartoni pel Giudizio universale e i palazzi sul Campidoglio;fece in Vaticano la sala Regia e la cappella Paolina, sul Palatino gli ortiFarnesiani, e può dirsi rifabbricasse Roma; colla fortezza Paolina tennein freno i Perugini: spossessò i sempre riottosi Colonna. Persuaso chesi riesce sempre, purchè s'abbia la pazienza d'aspettare e l'abilità di cambiarele vie secondo le circostanze, bilanciossi anch'egli tra la Francia, semprebreve dominatrice in Italia, e Carlo V che, prevalendo, avrebbe quidominato solo: e sperò aver riconciliate le due emule potenze e pacificatelenel congresso di Nizza, dove col re di Francia e coll'imperatore cercò impediregl'incrementi della Riforma e l'avanzarsi dei Turchi, contro i qualiesibiva 200,000 scudi d'oro e 12,000 armati, oltre la facoltà d'alienarebeni ecclesiastici per mezzo milione d'oro.

Ma insieme poneva improvido studio a ingrandire il suo Pier Luigi,al quale attribuì varj dominj della Santa Sede, e infine il ducato di[6]Parma e Piacenza, col pretesto di impedire fosse annesso al Milanese, ecosì aumentasse la potenza di Carlo V. Ad Alessandro, figlio quattordicennedi Pier Luigi, diede la porpora e la collazione di quasi tutti i benefizj delNovarese; a Ottavio, altro figlio di quindici anni, il governo di Roma,poi la mano di Margherita, bastarda di Carlo V, colla speranza d'averne ilMilanese. Ma invece Carlo V assecondò i congiurati piacentini che scannaronol'esecrato Pier Luigi, e occupò Piacenza. Quando, atterrito da questocolpo, il papa piangeva e disperavasi, non mancò qualche cardinale di rivelarglii turpi comporti del figlio ucciso e la necessità di rendersi esempio,anzichè scandalo al mondo. Ma è notevole che, mentre con disordinata politica,apriva brutto arringo alle dicerie dei Protestanti, Paolo III compreselo spirito cattolico, e secondando qu

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