VIRGILIO
NEL MEDIO EVO
PER
DOMENICO COMPARETTI
Volume II.
2ª edizione riveduta dall'autore
FIRENZE
BERNARDO SEEBER
Libraio-Editore
—
1896
FIRENZE-ROMA
Tipografia Fratelli Bencini
1896
PARTE SECONDA
VIRGILIO
NELLA LEGGENDA POPOLARE
[1]
VIRGILIO
NELLA LEGGENDA POPOLARE
Maint autres grant clerc ont esté
Au monde de grant poesté
Qui aprisrent tote lor vie
Des sept ars et d'astronomie;
Dont aucuns i ot qui a leur tens
Firent merveille por lor sens;
Mais cil qui plus s'en entremist
Fu Virgiles qui mainte en fist,
Por ce si vos en conterons
Aucune dont oi avons.
L'Image du Monde.
All'uomo odierno la poesia volgare del medio evo ela poesia classica appariscono come due cose tanto diverseper qualità di forme, per sentimenti e tendenze, che laprima pare debba essere figlia di una rivoluzione, prodottae governata da una ragione antagonistica rimpetto all'altra.Ma quella lotta fra classicismo e romanticismo che si èpotuta verificare nei tempi moderni, e sulla quale questaidea si basa, non ebbe luogo realmente nel medio evo.Le lettere volgari non nacquero da una ribellione o reazionevera e propria contro le antiche, più di quello nascesseroda una rivoluzione antimonarchica le repubblichedel medio evo. Perchè la cosa avesse luogo, conveniva cifosse un giusto e vivo sentimento della classicità antica,quale noi abbiamo veduto, nella prima parte del nostrolavoro, non esservi stato. Il concetto dell'arte antica non[2]era molto più profondo e più vero nel chierico di quellofosse nel laico. Il latino, che allora aveva un uso assai similea quello di una lingua vivente, serviva di veicolo frala tradizione antica e la produzione nuova, che aveva unaragione indipendente da quella. Mentre esso serbava nelpensiero comune elementi antichi, era anche organo di sentimentivivi, e per piegarsi a questi aveva anche assuntoforme speciali nella poesia, e in generale aveva subito quelcambiamento che, rispetto all'ideale classico, chiamasi corruzione.È difficile trovare una narrazione tanto esclusivamentemedievale quanto quella che serve di tema alWaltharius; pure questa vien trattata in latino, neppurein forma ritmica, ma in esametri, e con sì frequente ricorrenzadi reminiscenze virgiliane, che si vede chiaro chila scrisse essere stato un uomo di scuola e, come ognialtro chierico, lettore assiduo di quel poeta[1]. E questopuò dirsi di una quantità di scritti latini del medio evo,in versi o in prosa, che hanno tema desunto dalla poesiavolgare. La poesia volgare poi non disprezza l'antichità ela poesia antica, ma ne parla sempre co