La Marchesa Colombi


 
 

Cara Speranza

 
 
 

MILANO
CASA EDITRICE
DI

C. CHIESA · F.lli OMODEI · ZORINI e F. GUINDANI
Galleria Vittorio Emanuele, N. 17-80
1896


DIRITTI DI PROPRIETÀ RISERVATA.

 
 


Milano, Tip. Bernardoni di C. Rebeschini e C.


INDICE

Cara Speranza pag. 1
Il «Curare». Racconto di Natale » 29
Suor Maria. Racconto di Natale » 73
Silenzi d'Amore » 125
Una Vocazione » 165
Racconto alla vecchia maniera » 197

[5]

CARA SPERANZA.

Si chiamava Amalia. Però, malgradoquel nome gentile, era una fra le piùrozze campagnuole delle risaie, quandosi presentò in casa nostra ad offrirsicome serva.

S'era messe le scarpe per la solennitàdella circostanza, ma, appena videil pavimento lucido del nostro gabinetto,rimase sbigottita e si curvò come perlevarsele. Ci volle di molto a persuaderlad'entrare calzata com'era.

Tuttavia non era timida nè selvatica,come sono, per lo più, le contadine; le[6]pareva soltanto una mancanza di rispettoil mettere sul nostro pavimento le scarpeche aveva strascinate, per una lungacamminata, nella polvere della stradamaestra da Momo a Novara. Ignoravaogni elemento di civiltà, e, nella suacortesia istintiva da persona buona, inventavauna civiltà a suo modo, cheriesciva grottesca, sebbene, a conti fattivalesse forse quanto la nostra. Infattinella China si tolgono le scarpe primadi entrare nelle case. È questione diusanze.

In tutta la persona dell'Amalia sivedevano le traccie della vita e dei lavoridelle risaie. Aveva ventisette annima ne dimostrava quaranta. Il volto erapieno di rughe, i capelli, folti sulla fronte,erano tanto radi sul cranio, che frammezzoalle ciocche, tirate nella legatura,si vedeva la pelle bianca sollevarsi.[7]

Portava la pettinatura del nostro contado,e come tutte le contadine, che quelpeso enorme sul capo rende calve primadel tempo, suppliva alla capigliaturamancante con due grosse treccie di cotone,girate intorno ad un cerchietto difilo di ferro coperto di tela; ed in quellepuntava i grossi spilloni di falso argento.Sui capelli scarsi, quell'edificio non trovavaappoggio sufficiente, e le ballonzolavadietro il capo. Le mancavanovari denti, e, traverso quei vuoti, le esseuscivano sibilanti.

Ma di questi particolari della sua figural'Amalia non si dava il menomopensiero. Era forte e sana, sapeva d'averventisette anni. Cosa le importava didimostrarne di più?

Le domandammo se sapesse cucinare.

Rispose:

— No. So appena fare la minestra[8]alla nostra maniera da contadini, e friggerele patate ed i fagiuoli; ma ho buonavolontà; imparerò presto.

— E sai stirare?

— Neppure. Noi non usiamo stirarnulla...

...

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